All’inizio del mese di luglio è stata installata nella chiesa parrocchiale di Reda un’opera artistica per completare e arricchire la zona del fonte battesimale. L’opera, realizzata da Gaetano Emanuele Gambino con mattonelle di terracotta ricoperte di foglia d’oro, è collocata a tutta altezza nella parete laterale sinistra della chiesa, al centro della specchiatura delimitata da due pilastri di cemento armato dietro al fonte battesimale.
L’opera si presenta come una cascata d’oro che scende dal cielo verso la terra, secondo il movimento discendente della grazia e dell’amore donati da Dio agli uomini (“l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” – Lettera ai Romani 5,5). La superficie dorata delle mattonelle è stata modellata in modo da suggerire il movimento dell’acqua increspata dal vento: l’acqua che irriga e purifica è elemento essenziale per il battesimo (“ecco, qui c’è dell’acqua, che cosa impedisce che io sia battezzato?” – Atti degli apostoli 8,36). Le mattonelle ricordano anche un roseto fiorito o un albero rigoglioso, memoria di quell’albero di vita che secondo il racconto del libro della Genesi venne piantato dal Creatore al centro del giardino di Eden (“il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare e l’albero della vita in mezzo al giardino” – Genesi 2,9).
La sagoma esterna dell’opera richiama quella della croce: una croce non dolorosa, ma fiorita e luminosa (richiamo alla tradizione armena e copta) per essere segno della vita che vince la morte, del perdono che è più forte del peccato, di un abbraccio caldo che ci accoglie (“per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” – Lettera ai Romani 6,4).
Rispettando le linee essenziali e moderne della chiesa, nella nuova opera non sono presenti elementi figurativi ad eccezione di una mano aperta stilizzata che scende dall’alto. È la mano benedicente di Dio Padre riprodotta secondo l’iconografia bizantina, che preferisce non rappresentare Dio interamente (rispettandone il mistero), ma solo attraverso la sua “destra potente” che agisce per fare della storia umana una storia di salvezza (“la destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto prodezze” – Salmo 118,16). Così la mano del Padre e la croce gloriosa del Figlio, insieme alla colomba dello Spirito che era già presente sopra al fonte, rendono presente tutta la Trinità nella celebrazione del battesimo (“andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” – Vangelo di Matteo 28,19).
Questa opera parietale si integra con il fonte battesimale attualmente in uso nella chiesa, composto di due pezzi. Il fonte vero e proprio è una fusione in bronzo appoggiata al pavimento, in cui il bacile per l’acqua del battesimo è sorretto da una struttura che richiama le onde del mare. Inoltre una scultura bronzea sovrasta il fonte emergendo dalla parete retrostante: rappresenta la colomba dello Spirito Santo che aleggia sulle acque, sorretta da un ramo frondoso. Il fonte, rispettando l’uso antico, si trova nella navata laterale sinistra della chiesa vicino ad una porta d’ingresso, per segnalare che con il battesimo i neonati fanno il loro ingresso nella comunità cristiana.
L’esigenza pastorale di intervenire sul fonte esistente è nata per dare maggiore dignità a quella parte della chiesa, creando quasi una “cappella del battistero”. La nuova opera vuole anche connettere in modo più organico i due elementi in bronzo già esistenti. Soprattutto vuole favorire la partecipazione dei fedeli alla celebrazione del sacramento del battesimo, facendone percepire il senso e la bellezza non con le parole, ma con il linguaggio intuitivo dell’arte.