Le informazioni qui presenti sono desunte da: Carlo Mazzotti, Reda di Faenza (Chiesa Parrocchiale di S. Martino), Notizie storiche, Stabilimento grafico Fratelli Lega, Faenza 1968.
È probabile che la parrocchia di Reda fosse sorta nel secolo XII, insieme a tutte le parrocchie rurali delle zone circostanti. Il primo parroco di cui abbiamo menzione fu un don Giacomo presente nel 1290 insieme al coadiutore don Salimbene. La prima notizia documentale che riguarda la chiesa di S. Martino in Reda è invece del 1337, anno in cui il Comune di Faenza decise di “ricostruire e adottare” tale chiesa, erigendola sopra un largo appezzamento di terra data in dotazione dal Comune stesso. Non si conosce quale fosse la precedente ubicazione dell’edificio (op. cit., pp. 16-21).
Nel 1573 il visitatore apostolico Mons. Ascanio Marchesini redasse un resoconto dettagliato della visita nella diocesi di Faenza; sappiamo così che erano presenti nel territorio della parrocchia tre diversi edifici di culto, cioè la chiesa parrocchiale di S. Martino in Reda e altre due chiese senza cura d’anime, la chiesa di S. Martino della Selva Fantina detta Chiesazza e la chiesa della Beata Annunciazione detta Celletta. Non è dato sapere dove si trovavano le due chiese senza cura d’anime, né se la chiesa parrocchiale fosse ancora dove l’aveva fabbricata il Comune di Faenza nel 1337 o si trovava già nella posizione attuale. Nella chiesa parrocchiale non vi era il fonte battesimale perché si andava a farsi battezzare alla Pieve di Corleto, ma questo era motivo di scomodità e inconvenienti per causa di inondazioni di acqua e fango: per cui il visitatore ordinò di erigere il sacro fonte in chiesa (op. cit., pp. 23-31).
Nel 1768 era presente nel territorio della parrocchia anche l’oratorio pubblico del sig. Giuseppe Mattioli, dedicato alla SS. Croce (op. cit., p. 49).
Diverse costruzioni vennero realizzate durante i quarant’anni di servizio del parroco don Antonio Bedeschi (1872-1912). Egli costruì una parte della canonica fabbricando quattro nuove camere, due a pian terreno e due sopra, fra il 1885 e il 1890. Circa nel 1904 costruì il campanile portandolo all’altezza di 26 metri e vi pose tre armoniose campane.
Don Francesco Rambelli divenne parroco nel 1913. Nel 1918 istituì il fonte battesimale a norma del nuovo Codice di Diritto Canonico. Nel 1928 prolungò la chiesa, divenuta insufficiente per l’aumento della popolazione, e vi costruì una nuova elegante facciata. Nel 1944 i soldati tedeschi con mine fecero crollare il campanile, le cui macerie travolsero il tetto della chiesa sopra il presbiterio. Passato il fronte, nel 1945 don Rambelli ripristinò subito il tetto e il soffitto della chiesa, ma il campanile rimase troncato (op. cit., pp. 69-70).
Don Stefano Casadio divenne parroco nel 1956: la chiesa era nuovamente insufficiente a contenere la popolazione che aveva ormai raggiunto le 2000 anime; la canonica, ad eccezione delle quattro camere costruite da don Bedeschi, era un fabbricato vecchio e sconveniente. Don Stefano concepì il pensiero di demolire tutta la vecchia chiesa, tutta la canonica e il tronco rimasto del campanile e di costruire strutture ex novo. Ottenne a questo scopo un finanziamento per i danni di guerra dal Ministero dei Lavori Pubblici. Per prima cosa costruì la canonica nuova e demolì la vecchia, per trovare spazio sufficiente all’ampliamento della nuova chiesa; la canonica nuova fu costruita sui fondamenti di un circolo o sala parrocchiale costruito nel 1910 con facciata su via Saldino. La prima pietra della chiesa venne posata il 22 ottobre 1961 e il nuovo edificio venne inaugurato il 27 maggio 1962, dopo appena sette mesi. Il campanile, alto 39 metri, fu inaugurato il 3 giugno seguente (op. cit., pp. 81-83).
I parroci della chiesa di S. Martino in Reda (op. cit., p. 85)
- Giacomo (1290)
- Giovanni (1301)
- Nevolone, rettore di Reda e Albereto (1450?)
- Bartolomeo, rettore di Reda e Albereto (1451)
- Giovanni Deddi, rettore di Reda e Albereto (1457)
- Giacomo Saccadelli, rettore di Reda e Albereto (1468)
- Zoli, rettore di Reda e Albereto (1468-1470)
- Andrea Vignuzzi (1480)
- Scipione Pasi (1519)
- Leonardo Bellenghi (1573-1576?)
- Bonaventura della Roure (1643-1655)
- Giovanni Battista Morini (1655-1663)
- Giuseppe Alberghetti (1663-1681)
- Michele Gogiolli o Goggioli (1682-1710)
- Lodovico Bettoli (1711-1737)
- Domenico Zannoni (1738-1775)
- Gaspare Ballelli (1775-1823)
- Francesco Saverio Camerini (1823-1872)
- Antonio Bedeschi (1872-1912)
- Francesco Rambelli (1913-1955)
- Stefano Casadio (1956-1974)
- Elio Cenci (1974-2016)